Alla scoperta di Antonimina

Nell’entroterra ionico incastonato nel versante Nord-Orientale dell’Aspromonte, ricadente nel territorio del Parco Nazionale d’Aspromonte ed ai piedi della rocca delle “prache”, coronato da querce e dal verde argenteo degli ulivi, sorge Antonimina. Il nome del Paese sembra derivi dalle parole greche “Antos” e “Nemos” cioè boschetto fiorito.

Situato a 327 m sul livello del mare è nota soprattutto per le sue acque termali, conosciute fin dall’antichità con il nome di “Acque Sante Locresi”. Legenda vuole che le sorgenti di tali acque, prima del terremoto del 1783, sgorgavano in Aspromonte, nei pressi dello Zomaro, come testimoniano i ruderi di alcune mura dette, appunto, “Muredi di Bagni”.

Le origini di Antonimina sono incerte. Pare sia stato fondato nel XV secolo da alcuni pastori che si stanziarono nel centro del paese in un luogo chiamato “Terrata”, che vuol dire ovile. Non è da escludere la presenza di insediamenti greci, visti i siti presenti risalenti a tale epoca ed inoltre per la vicinanza a Locri.


Micu Pelli

Il poeta Micu Pelli descrive così tale ricchezza:

“…ndavi nu trisoru veramenti da imbidiari, nu veru ovu d’oru, ndavi i vagni minerali. Nc’esti l’acqua suffariana, di la Purga e di la Mirza, a ogni passu nc’è na vina, vi lu giuru è na ricchizza...”.

Grazie a tale ricchezza d’acqua, si può attribuire ad Antonimina, l’appellativo di “Paese delle Acque”. Sulla destra del centro abitato si erge, come eterno custode, impetuoso e solitario, il monte San Pietro, detto anche Tre Pizzi, per la forma a tre punte, formazione rocciosa fra le più belle del Parco Nazionale d’Aspromonte. Ai piedi del monte San Pietro, sono ancora presenti i ruderi di un convento di Frati Eremiti eretto intorno al XII secolo. In questo luogo, nei giorni in cui si svolgeva la festa in onore di San Pietro, era meta di pellegrini e mercanti provenienti da tutta la Locride, attratti, anche, dalla fiera di bestiame ed oggetti di artigianato.